DI GIACOMO PUCCINI
SU LIBRETTO DI I. ILLICA E G. GIACOSA
Melodramma in tre atti
Personaggi e interpreti:
FLORIA TOSCA - Laura Stella
MARIO CAVARADOSSI - Kazuki Yoshida
IL BARONE SCARPIA - Marzio Giossi
IL SAGRESTANO - Marco Gazzini
SPOLETTA - Manuel Pierattelli
ANGELOTTI, SCIARRONE - Alessandro Branchi
IL PASTORELLO - Sara Pizzolo
FIGURANTI - Stefano Fusaro, Federico Bassolino
DANZATORI - Alberto Chignoli, Virginia Magni
IL CORO DEI BAMBINI - Amgels Scuola D’arte E Movimento
Coro Armonici Senza Fili
Maestro del Coro - Marco Cavazza
ORCHESTRA SENZASPINE
Direttore - M° Tommaso Ussardi
Regia - Salvatore Sito
Scene - Josephin Capozzi
Realizzazione scene - Daniele Risi
Direttrice di scena - Turchese Sartori
Disegno Luci - Matteo Risi
Costumi - Silvia Lumes
Realizzazione dipinti - Francesca Altamore
Coreografie - Virginia Magni
Trucco e parrucco - Valentina Fabbretti
Maestro collaboratore al piano e alle luci - Martina Sighinolfi
Fonico - Davide Agnolin
Testi a cura di FIADDA Emilia Romagna
Respeakers - Valentina Gualdi, Simona Vasile
Produzione Teatro Fanin in collaborazione con l'Orchestra Senzaspine e la Scuola dell'Opera del Teatro Comunale di Bologna
Roma, 1800, nel cuore di un potere corrotto, Floria Tosca lotta per amore e per la propria dignità di donna, diventando così il simbolo di una resistenza che rifiuta la sottomissione. Un dramma di passione e violenza che parla ancora oggi di riscatto e coraggio femminile.
ACCESSIBILITÀ
Sopratitolazione a cura di FIADDA Emilia Romagna, Associazione per i diritti delle persone sorde e famiglie, nell’ambito del Progetto ACCESs finanziato dalla Regione ER. Si offre inoltre un sistema di diffusione audio che si collega agli impianti cocleari. Il servizio è accessibile tramite WiFi.
Il 17 ottobre alle ore 20:00, presso il bar Satyricon del Teatro Duse, è previsto un intervento a cura di Deborah Casale per presentare la Casa delle Donne di Bologna. L'ingresso all'incontro è incluso nel biglietto dello spettacolo, da mostrare all’ingresso.
NOTE DEL REGISTA SALVATORE SITO
"Tosca è un capolavoro al quale sento il dovere di avvicinarmi con grande rispetto. Fin dalla prima analisi mi ha fatto sussultare un aspetto in particolare: la passione, che si fa violenza, dei suoi personaggi. La passione che spinge Mario a lasciarsi torturare e giustiziare in virtù di un ideale. Che spinge Tosca, donna devota, a diventare prima omicida e poi suicida. Che spinge Scarpia, baluardo della giustizia e della sua Chiesa, ad abusare i corpi dei due giovani artisti.
Mi sono chiesto quale potesse essere un mezzo utile a raccontarlo, ed è stata l’opera stessa a suggerirlo: il dipinto. Quel dipinto così fervido, saturo di passione, da diventare alla prima occhiata innesco di tutto lo sviluppo drammatico. In effetti nel corso della storia la comparsa della tela ha consentito una sorta di graduale passaggio dal sacro al profano rendendo gli artisti liberi di esprimere le proprie passioni, esattamente come accade in Tosca. Per questo motivo ho voluto realizzare un allestimento di tipo concettuale, che ci consenta di rispettare un libretto esplicitamente connotato dal punto di vista storico-temporale, ma al tempo stesso ci dia la possibilità di enfatizzare l’attenzione sulla forza e sul carattere dei suoi personaggi. La tela risulta essere l’elemento predominante e i personaggi si muovono su di essa come a voler comporre un passo alla volta il disegno dell’autore, in un percorso che si sviluppa dall’espressionismo fino ad un razionalismo di stampo contemporaneo. Ogni elemento visivo diviene occasione per rievocare ed amplificare le passioni dei personaggi, così la Madonna in Sant’Andrea della Valle è ispirata alla celebre “Madonna” di Munch, per raccontare il carattere tumultuoso e provocatorio dei giovani artisti.
Il primo atto mi ha fatto pensare inoltre ad una celebre espressione di Van Gogh: “Preferisco dipingere gli occhi degli uomini che le cattedrali”, a “quegli occhi cilestrini” della Marchesa Attavanti e di conseguenza il suo “Autoritratto su sfondo blu” del 1889 ci ha donato il colore.
Il secondo, saturo di una violenza che è figlia del potere, mi ha fatto pensare alla pioggia d’oro su “Danae” di Klimt (1907), che ben s’addice all’opulenza di Palazzo Farnese e allo stesso tempo descrive uno stupro. Oro che sembra invadere ogni angolo della scena, riflesso delle molteplici forme mediante le quali la violenza sa insinuarsi. Il terzo atto pulsa di un’incredibile tensione grazie al contrasto che Puccini “dipinge” tra la gioia, persino lo scherzo dei due ignari amanti ed il drammatico epilogo che sta per verificarsi. Questo mi ha fatto pensare a “Gli Amanti”, di Magritte (1928), un dipinto che, in linea con la progressione drammaturgica dell’opera, viene portato in scena con una danza che introduce l’atto proprio da un pittore, che interrompendo il suo lavoro su una tela che ritrae San Michele Arcangelo, racconta con il corpo lo squarcio che rappresenta un’opera incompiuta, metafora della vita stessa."
Informazioni e biglietti:
Biglietteria Villa Pini - biglietteria@senzaspine.com / +39 375 694 2298
Martedì ore 16:00 - 20:30, mercoledì e giovedì ore 15:00 - 19:00
Biglietteria Teatro Duse - biglietteria@teatroduse.it / 051 231836
Dal lunedì al sabato dalle ore 15.00 alle 19.00 e da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.
Punti vendita e online Vivaticket
Prezzi
Platea:
intero: 36€; ridotto (tessere convenzionate Teatro Duse, over65, soci Coop e Conad): 32.40€; mini: 28.80€ (Arci, Card Cultura, Dipendenti Unibo, Soci CUBo, Università Primo Levi)
Prima galleria e palchi:
intero: 33€; ridotto: 29.70€; mini: 26.40€
Seconda galleria:
intero: 22€; ridotto: 19.80€; mini: 17.60€
Under 18 posto unico 15€
Biglietti interi su Vivaticket, riduzioni disponibili nelle biglietterie fisiche